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Elenco completo

Il 'buon retiro' di Uberto

di Gigi Cavalli

Una dimora medievale che rievoca antichi fasti è oggi adibita a  casa vacanze

Occorre sempre attendere fiduciosi la persona che sappia “vedere oltre”, è così anche per le rovine, che, da risultato inesorabile del tempo, possono trasformarsi in bellissimo fabbricato storico in attesa di essere rianimato, anzi… amato.
Questa è la storia di Uberto, un italo-belga in cerca del suo “paradiso”. La proprietà consiste in un possedimento da 25 ettari, che ha il suo centro un bel fabbricato in pietra, di origini medievali, definito “casa torre”.
 
La “casa torre” era nata come forma di insediamento fortificato, con finalità di controllo del territorio, diffusa nel periodo medievale. In Valtaro, in Val Mozzola e nella Val Baganza ne sono rimaste alcune che mostrano ancora caratteristiche del 1400, come ad esempio quella ristrutturata da Uberto.
Queste costruzioni, identificabili dalla tipica parte più rialzata e inaccessibile, vennero favorite dai signorotti locali per meglio garantire i confini dei propri territori: nel nostro caso, dalla famiglia Pallavicino nelle aree del proprio "Stato" poste a confine con Borgotaro, allora dominio dei Fieschi, così come verso Bardi, territorio dei Landi.
 
Attualmente la casa-torre mantiene ancora intatto tutto il suo fascino e dopo attento restauro ha assunto la funzione di dimora del buon retiro di Uberto e della sua famiglia, ormai a tempo pieno, per godersi la conquistata pensione.

Oggi sono stato testimone trasparente e cronista fedele di quanto è avvenuto in un luogo remoto, a est della Valle del Taro, in una località di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome.